Quando si ha un debito, proporre una soluzione di saldo e stralcio alle banche è una scelta da non sottovalutare. Si tratta di un’operazione all’apparenza molto semplice, a patto che il richiedente abbia ben chiaro alcuni concetti, quali ad esempio:
- Tempistiche di presentazione della proposta al proprio istituto
- Cifra da offrire alla banca
- Valida motivazione per la richiesta di saldo e stralcio bancario.
Iniziamo subito con il dire che grazie alla procedura del saldo e stralcio, e quindi all’accordo delle parti in causa,
la banca si impegna ad accettare una somma inferiore rispetto a quella dovuta da parte del debitore, entro un termine stabilito.
Facciamo subito un esempio pratico di saldo e stralcio bancario per rendere più chiaro il concetto.
Poniamo il caso di una banca creditrice di €.100.000 e di un debitore che propone il pagamento di €.60.000 in unica soluzione entro 30 giorni dall’accettazione della proposta.
La proposta può essere rifiutata o accetta. In quest’ultimo caso, il debitore, è chiamato a versare alla banca €.60.000, entro la data pattuita, al fine di chiudere la propria posizione debitoria (saldo), risparmiando la somma restante (stralcio) del debito.
Apparentemente quest’operazione è molto lineare, ma è davvero così facile ottenere un saldo e stralcio dalle banche? Chiaramente non lo è. A maggior ragione se si pensa che chi non è in grado di pagare ad esempio le rate di un mutuo, difficilmente è in grado di trovare la liquidità necessaria per estinguere il proprio debito nell’immediato.
In questo articolo si parla di:
Saldo e stralcio banche: si ottiene sempre?
Quando si parla di saldo a stralcio e banche è lecito porsi una domanda. Per quale motivo una banca dovrebbe rinunciare a una parte dei propri soldi a favore di un debitore? Il motivo è piuttosto semplice e risiede nel fatto che l’attività di recupero di un credito può essere lunga e dispendiosa sotto diversi punti vista:
- Tempi di ottenimento
- Spese da anticipare per il procedimento
- Incertezza di ottenere effettivamente l’intera cifra dovuta.
Ecco che per tali motivi, a volte, le banche preferiscono chiudere una vertenza, “accontentandosi” di una cifra più bassa, piuttosto che rischiare di perdere ancor di più. Ma è sempre così? Chiaramente no. Come accennato, infatti, gli istituti bancari rigettano lo stralcio del debito quando pensano di poter recuperare l’intero credito e quando il soggetto che ne fa richiesta non ha i requisiti necessari.
Gli elementi che influenzano la valutazione dell’avvio del procedimento sono differenti, soprattutto in considerazione delle cifre in gioco.
Tra gli elementi essenziali di valutazione vanno considerati ad esempio:
- Tipologia di debito (mutuo con garanzia ipotecaria, finanziamento, prestito personale, fido di conto corrente, carta revolving)
- Condizione del debito (rate pagate in ritardo, avvenuta dichiarazione di decadenza dal beneficio del termine, utilizzazione del fido)
- Atti notificati dalla banca (lettera di diffida, precetto, decreto ingiuntivo, pignoramento mobiliare, immobiliare o presso terzi)
- Beni che l’istituto può aggredire (immobili, stipendio, vetture)
- Valore degli immobili
- Presenza di garanti e beni loro appartenenti.
Offerta e rateizzazione
Tra le domande più frequenti sull’argomento è possibile annoverare la seguente: per ottenere il saldo e stralcio dalla banca, quanto è opportuno offrire? In realtà non c’è una risposta univoca a questa domanda. Prima di proporre un saldo e stralcio alle banche è necessario tenere in considerazione le variabili di cui abbiamo parlato sopra, al fine di quantificare e proporre una cifra accettabile che non venga rifiutata e che al contempo sia vantaggiosa anche per il debitore. Motivo per cui, in questi casi, si sconsiglia sempre il “fai da te”, a favore di un professionista del settore che possa consigliare e strutturare al meglio la richiesta.
E per la rateizzazione invece? Anche le tempistiche di pagamento sono un nodo cruciale. Infatti, fatta eccezione per determinati casi, nel momento in cui si presenta un richiesta di saldo e stralcio alla banca (soprattutto per i mutui ipotecari) non si può ipotizzare una lunga rateizzazione, come invece può accadere nel piano di ammortamento originario.
In linea generale è possibile dire che
il saldo e stralcio prevede il pagamento del debito in un’unica rata, o comunque in poche e con tempi stretti.
Se così non fosse, l’istituto bancario non avrebbe alcun interesse nel concedere uno sconto importante sulla cifra dovuta dovendo comunque aspettare diverso tempo per il saldo del credito.
Motivare la proposta di saldo e stralcio
Come in ogni trattativa, quando si vuole presentare una proposta di saldo e stralcio alla banca è indispensabile motivarla e far sì che l’accordo si presenti come: win-win. Ovvero un accordo in cui tutte le parti coinvolte escono vincitrici dalla trattativa.
Nello specifico, motivare una richiesta di saldo e stralcio alla banca implica porre l’attenzione su alcuni punti, come ad esempio:
- Presenza di irregolarità nelle condizioni economiche applicate (tassi, interessi etc.)
- Presenza di pignoramento di 1/5 dello stipendio (in questo caso, infatti, l’istituto bancario è chiamato ad accordarsi con un altro creditore)
- Assenza di beni beni immobili aggredibili
- Situazione lavorativa (disoccupazione o part time)
- Esistenza o meno di altre posizioni debitorie.
Saldo e stralcio. E poi?
Ecco un’ultima cosa da chiarire. Che cosa avviene dopo che la proposta di saldo e stralcio è stata accettata o rifiutata dalle banche?
Nel primo caso, saldato il debito conformemente al piano di rientro pattuito, la posizione debitoria viene chiusa e il creditore è chiamato a rilasciare una lettera liberatoria che attesta che non ha più nulla a pretendere. Inoltre, dopo il saldo a stralcio bancario, il debitore può ottenere la cancellazione del proprio nominativo dal CRIF (Centrale Rischi Finanziari), elenco in cui vengono inseriti i nominativi dei cattivi pagatori o di coloro che hanno comunque avuto disguidi finanziari.
Se invece il creditore rifiuta il saldo a stralcio, è possibile che il debitore possa ricevere un decreto ingiuntivo con rivalsa sulla busta paga o sui propri beni.