Se sei interessato a sapere che cos’è il saldo e stralcio e come funziona, questo articolo fa sicuramente al caso tuo. Trattandosi di un argomento molto discusso, soprattutto perché non vi è una definizione “legale” del termine, abbiamo deciso di fare chiarezza sul significato di questa procedura rimessa all’autonomia delle parti in causa: creditore e debitore.
Sono questi ultimi, infatti, a decidere se e quando iniziare e attuare il saldo e stralcio, considerando che si definisce «saldo» il pagamento del debito, mentre lo «stralcio» indica la cancellazione di una parte del debito stesso.
Procediamo per gradi e facciamo il punto della situazione, analizzando il tema sia per quanto riguarda i debiti con i privati che con il Fisco.
In questo articolo si parla di:
Saldo e stralcio: che cos’è?
Entriamo nel vivo dell’argomento. Il saldo e stralcio, che cos’è?
In periodi di crisi finanziaria ripagare i propri debiti a volte è difficile, se non impossibile. Chi si è trovato, o si trova, in una situazione del genere si chiede come poter ovviare a questa situazione senza dover incorrere in un’esecuzione forzata, un pignoramento o un procedimento legale.
Il saldo e stralcio è un’offerta transattiva, ovvero un accordo bonario tra un creditore e un debitore, che consente al debitore di pagare in maniera ridotta il proprio debito, garantendo al creditore il rimborso di un pagamento inferiore ma sicuro.
Per esistere, il saldo e stralcio presuppone due elementi:
- Un’obbligazione preesistente non adempiuta
- Un accordo tra creditore e debitore.
È opportuno sottolineare che il consenso del creditore, chiaramente, è di fondamentale importanza. Infatti, in base al codice civile, il creditore ha diritto all’intera prestazione e se ha valide motivazioni, è libero di rifiutare un rimborso parziale.
Riepiloghiamo brevemente. Il saldo e stralcio è quindi un procedimento che si basa sull’accordo delle parti in causa:
- Il creditore, che rinuncia ad azioni esecutive nei confronti del debitore “accontentandosi” del versamento di una cifra più bassa ma sicura,
- Il debitore, che impegnandosi a versare tale cifra, solitamente in un’unica soluzione e in tempi brevi, risulta poi libero da ogni tipo di obbligo presente o futuro nei confronti del creditore.
Un esempio pratico di saldo e stralcio? Pensiamo a un debito iniziale di 50.000€. Se debitore e creditore trovano un accordo, è possibile stralciare il debito ottenendo un saldo complessivo di 40.000€. È opportuno sottolineare che non ci sono cifre predefinite, ogni caso è a se stante, e non è nemmeno necessario giungere a una decurtazione del 50% del debito.
Quali debiti si possono stralciare?
Quali sono i debiti che possono essere sottoposti alla procedura del saldo e stralcio? Vi rientrano:
- Finanziamenti
- Mutui
- Leasing
- Carte revolving
- Cessione del quinto
- Fidi in conto corrente.
Richiesta di saldo e stralcio
Quando è possibile fare richiesta di saldo e stralcio? La risposta è semplice. Quando non si è più nelle condizioni di poter pagare il proprio debito.
Nel caso di finanziamenti e mutui, ad esempio, se un debitore non paga 8/10 rate, l’istituto creditore (banca o finanziaria) invia al soggetto una comunicazione riportante la decadenza del beneficio del termine, ovvero la richiesta della restituzione dell’intero importo in un’unica soluzione e non più a rate. Non potendo più pagare a rate, il debitore può quindi richiedere alla banca o alla finanziaria un accordo di saldo e stralcio, offrendo una cifra più bassa.
Per maggiori informazioni e approfondire l’argomento sul saldo e stralcio con le banche, clicca qui. Se invece ti interessa un saldo e stralcio con le finanziarie, ti invitiamo a leggere il nostro articolo, qui.
E per i creditori? Per quanto non sia possibile recuperare l’intero importo, anche i creditori possono trarre vantaggio dal ricorso del saldo e stralcio. Quando? Quando ad esempio il debitore ha:
- scarse disponibilità economiche
- ha altri debiti certificabili
- non possiede beni aggredibili
- è nullatenente
- ha un’età avanzata.
In presenza di tali opzioni, se non si vuole incorrere in una procedura giudiziaria, è preferibile accettare una somma ridotta e chiudere il contenzioso. Allo stesso modo, il saldo e stralcio non conviene in presenza di cifre ingenti e possibilità di recuperarle in toto.
Si pensi ad esempio a un creditore che vanta un’ipoteca sull’immobile del debitore, trovandosi di fatto in una posizione vantaggiosa, dal momento che il suo diritto di credito è garantito. Sembra evidente che apparentemente il creditore non abbia alcun motivo per accettare una richiesta di saldo e stralcio.
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Saldo e stralcio: come funziona?
Come funziona il saldo e stralcio? Quando si parla di soggetti privati, che si tratti di persone fisiche o giuridiche, un debitore ha la possibilità di proporre al creditore lo stralcio del debito. Dal canto suo, il creditore, come ad esempio una banca piuttosto che una finanziaria, può accettare o meno il pagamento ridotto proposto.
Il documento che viene sottoscritto deve tutelare e soddisfare entrambe le parti in causa. Per tale motivo, il saldo e stralcio più che modificare il primo accordo viene considerato come nuovo contratto (“novazione oggettiva”). Il tutto al fine di evitare che il debitore non adempia all’accordo e che il creditore non richieda la cifra totale. In caso di accettazione, infatti, il creditore è chiamato a rilasciare al debitore una liberatoria con la quale dichiara di accettare il pagamento a saldo e stralcio e di “non avere più nulla a pretendere” dal debitore.
Ricordiamo, inoltre, che il saldo e stralcio non è un titolo esecutivo, quale invece è una sentenza o un verbale di mediazione. Questo vuol dire che in caso di mancata prestazione, il creditore ha facoltà di rivolgersi al giudice e chiedere un decreto ingiuntivo. Viceversa, se l’accordo di saldo e stralcio viene raggiunto all’interno di una procedura di conciliazione, davanti a un mediatore, il relativo verbale è un titolo esecutivo che permette al creditore, in caso di inadempimento, di procedere con un pignoramento a scapito del debitore.
Per procedere con una richiesta di saldo e stralcio è preferibile farsi assistere da un professionista che possa redigere il nuovo accordo e portare avanti tale procedura.
Saldo a stralcio e Fisco
È opportuno fare chiarezza. Il saldo e stralcio è una procedura ammessa tra privati, non con la Pubblica Amministrazione o il Fisco. Il principio di pari trattamento, infatti, prevede che gli enti pubblici non possano stringere accordi di tal tipo con i cittadini.
Il perché è semplice e risiede nel principio per il quale un accordo del genere estenderebbe il margine di discrezionalità degli enti pubblici, agevolando alcuni cittadini a scapito di altri.
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Saldo a stralcio delle cartelle esattoriali
La Legge n. 145/2018 ha introdotto il cosiddetto “Saldo e stralcio” delle cartelle, ossia una riduzione delle somme dovute, per i contribuenti che versano in grave e comprovata difficoltà economica. In particolar modo, quando:
- Il valore ISEE riferito al proprio nucleo familiare non è superiore ai 20 mila euro
- Sulla data di presentazione della dichiarazione di adesione, la procedura di liquidazione di cui all’art. 14-ter della legge del 27/1/2012, n. 3 è stata già presentata.
In generale, è possibile dire che:
Il saldo a stralcio è una procedura riservata esclusivamente ad alcune tipologie di debiti affidati all’Agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2017, che prevede, oltre alla riduzione degli importi dovuti, anche l’azzeramento delle sanzioni e degli interessi di mora.
La procedura, in particolar modo, si riferisce a debiti derivanti dal mancato versamento:
- Per l’autoliquidazione (sulla base della dichiarazione dei redditi)
- Dei contributi previdenziali da parte di professionisti iscritti a casse o a gestioni previdenziali autonome Inps.
Saldo e stralcio obbligatorio
La Legge n. 3/2012 conosciuta anche come Legge salva-suicidi ha previsto forme di saldo e stralcio che possono diventare obbligatorie.
E si tratta in particolar modo del piano del consumatore e dell’accordo del debitore. Vediamoli insieme.
Piano del consumatore
La legge 27/01/2012, n. 3 sulle “Disposizioni in materia di usura e di estorsione, nonché di composizione delle crisi di sovraindebitamento” permette alle persone fisiche di stralciare il proprio debito. Il debito in questione dev’essere contratto al di fuori dell’attività d’impresa o professionale e soprattutto per cause non strettamente legate alla volontà del debitore, quali ad esempio:
- Perdita del lavoro
- Problemi familiari
- Infortuni
- Malattia.
In presenza di importanti utilità nell’arco di quattro anni dal decreto di esdebitazione, utili a saldare almeno il 10% dei debiti, l’obbligo del pagamento del debito si rigenera.
Accordo del debitore
L’accordo del debitore è una delle procedure della crisi da sovraindebitamento e si riferisce ai debiti che riguardano l’attività lavorativa.
Questo tipo di accordo prevede la presentazione da parte del debitore di un programma di liquidazione dei creditori. Ottenuto il consenso del 60% dei crediti, il programma viene approvato e il debitore può liberarsi di parte del debito contratto.