La normativa sulla cessione del quinto

Luana Galanti
Esperta di assicurazioni

Dal 1950, anno in cui i prestiti con cessione del quinto sono arrivati in Italia, la normativa sulla cessione del quinto è stata adeguata diverse volte. Vediamo insieme quali sono stati gli interventi legislativi più importanti e com’è cambiata la normativa nel corso degli anni.

La normativa sulla cessione del quinto

Qual è la normativa sulla cessione del quinto

La normativa di riferimento per i prestiti con cessione del quinto è composta principalmente da tre norme:

  • il DpR 180/1950 (e il regolamento attuativo n. 895/1950);
  • la Legge 80/2005
  • la Legge 311/2005.

I prestiti con cessione del quinto dello stipendio sono stati introdotti in Italia nel 1950 con il DpR n. 180. Ancora oggi questo decreto è la norma principale a cui si fa riferimento per la concessione dei prestiti con cessione del quinto. Nei vari articoli del decreto si definiscono tutti gli aspetti del finanziamento: in cosa consiste il prestito con cessione del quinto, chi lo può richiedere, come avviene il rimborso, come funziona il rinnovo e così via.

Dal 1950 a oggi la norma è stata modificata più volte, per adeguare lo strumento alle nuove esigenze del mercato. Gli interventi e le integrazioni che sono stati fatti sono serviti per rendere i prestiti con cessione del quinto più facili da concedere e più accessibili a chi ha bisogno di un finanziamento.

Le modifiche del 2005 alla normativa sulla cessione del quinto

Le modifiche più rilevanti sono state fatte nel 2005, con la Legge n. 80 e con la Legge finanziaria n. 311.

Questi due interventi normativi hanno mantenuto l’impianto definito nel DpR del 1950 e hanno allargato la platea delle persone che possono chiedere il finanziamento, oltre a rendere più flessibili alcuni aspetti del prestito.

Fino al 2005 i prestiti con cessione del quinto dello stipendio erano riservati ai dipendenti pubblici e statali assunti a tempo indeterminato. Gli interventi del legislatore hanno permesso anche ai dipendenti del settore privato (L. 311/2005), ai dipendenti a termine e ai pensionati pubblici e privati (L. 80/2005) di cedere un quinto della somma che percepiscono ogni mese per rimborsare il finanziamento.

Le modifiche alla normativa hanno riguardato anche la durata del prestito. Inizialmente le norma sulla cessione del quinto stabiliva che i prestiti potevano avere solo una durata quinquennale o decennale. Con la Legge n. 80/2005 la durata del finanziamento è stata resa più flessibile: oggi i prestiti con cessione del quinto dello stipendio o della pensione si possono richiedere per una qualsiasi durata compresa tra 24 e 120 rate.

Sempre nel 2005 sono state abrogate le parti della norma che imponevano un’anzianità lavorativa minima per poter fare richiesta di un finanziamento con cessione del quinto dello stipendio o della pensione. Attualmente sono banche e finanziarie a decidere in autonomia se concedere il prestito anche a chi è neoassunto o se rendere accessibile il prestito solo a chi ha maturato un’anzianità di lavoro di alcuni mesi.

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I pareri della Banca d’Italia

Accanto alla normativa sulla cessione del quinto come definita dal legislatore, bisogna considerare anche alcuni interventi della Banca d’Italia sul tema.

La Banca d’Italia, oltre a definire ogni tre mesi i tassi medi effettivi globali di riferimento e i tassi usurari per i prestiti con cessione del quinto, è intervenuta più di una volta per richiamare gli istituti di credito a rispettare quanto previsto dalla normativa di legge.

In particolare, gli interventi della Banca d’Italia si sono concentrati sulle regole da seguire per il rinnovo della cessione, per chiarire alcuni principi della normativa e per suggerire agli operatori finanziari comportamenti corretti verso i clienti.

La Banca d’Italia ha sottolineato più volte la necessità che banche e finanziarie spieghino in maniera chiara i costi del prestito, le tutele offerte dalle polizze assicurative e valutino con attenzione il livello di indebitamento di chi chiede il finanziamento.

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